Se pure fa pensare ad uno scherzo, non lo è.
Assolutamente vero e allo stesso tempo assurdo il concetto discriminatorio che la Regione Calabria ha messo in cantiere con il bando denominato “Ristora Calabria Bis”. A leggere il bando, tra i beneficiari individuati, oltre alle PMI, ad attività economiche di vario genere selezionate per codici Ateco, spunta e risalta in maniera inopportuna questa “genialata”, il bando è riservato anche e solo a:
associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e Società Sportive Dilettantistiche (SSD), con sede operativa nella Regione Calabria, affiliate alla Federazione italiana Nuoto e/o alla Federazione italiana Nuoto Paralimpico, da almeno 3 anni in Calabria e che svolgono attività agonistica nelle diverse discipline acquatiche mediante atleti agonistici tesserati FIN per la stagione 2020/2021, regolarmente iscritte alla data di presentazione della domanda al registro Nazionale del CONI.
Precisiamolo subito onde evitare spiacevoli equivoci: nulla contro gli amici della F.I.N. che con tanto lavoro e sacrifici, contribuiscono anche loro a dare lustro allo sport Calabrese. Ma è offensivo per le intelligenze, è umiliante per le persone e le professionalità di tutte le altre Federazioni Sportive Calabresi, cosi come ha dichiarato anche lo stesso Presidente Regionale del CONI Condipodero.
“Mi appello all’intelligenza della struttura Regionale, del Presidente F.F. Spirlì – tuona il Presidente della FISI Bianca Zupi – si provveda a ritirare o rettificare immediatamente il bando, dando pari dignità alle migliaia di altre società sportive dilettantistiche della nostra Regione. Noi non siamo figli di un Dio minore, mettiamo anima e corpo da volontari a disposizione dello Sport calabrese e delle migliaia di ragazzi esattamente come tutti gli altri soggetti, che hanno subito i “danni” che questo bando vorrebbe ristorare!”
Ufficio Stampa F.I.S.I. Comitato Regionale Calabro Lucano